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Ansia: la nostra miglior-peggior amica

  • Immagine del redattore: Dott. Lucia Gava
    Dott. Lucia Gava
  • 6 feb 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

L’ansia è sempre esistita e rientra nella gamma delle #emozioni provate. Fa parte dell’essere umano, proprio come le altre emozioni. E’ presente in tutte le culture e anzi, non ne siamo affetti solo noi esseri umani, ma anche gli animali.


L’#ansia è un’emozione orientata al futuro, caratterizzata da percezioni di incontrollabilità e imprevedibilità di eventi potenzialmente aversivi che potrebbero accadere.

In altre parole, l’ansia è la nostra paura che potrebbe accadere qualcosa di pericoloso o svantaggioso per noi nel futuro.


Perché esiste l'ansia?

L’ansia quindi si è sviluppata e si è mantenuta nell’evoluzione dell’essere umano, e degli esseri viventi in generale, perché fondamentale per la sopravvivenza. Il cacciatore poco ansioso, non avrà fatto caso al fruscio delle foglie alle proprie spalle; così come la donna poco ansiosa non si sarà preoccupata di controllare se il fuoco nella capanna fosse sempre acceso. Di conseguenza, avranno avuto meno figli e quindi il loro gene “poco ansioso” ha evolutivamente perso contro il gene “ansioso” dei vicini di capannna, con il fuoco sempre acceso a riscaldare e a tenere lontano le belve feroci e il cacciatore che faceva sempre ritorno con una preda.

A livello filogenetico, cioè nello sviluppo dell’essere umano così come è ora, l’ansia ha avuto quindi un ruolo determinante.


Da dove nasce?

Le nostre risposte emotive sono guidate dal sistema limbico, in particolare dall’#Amigdala. Questa ghiandola è predisposta a reagire rapidamente ai pericoli, alle minacce e ad altri stimoli emotivi che potrebbero mettere a rischio la nostra sopravvivenza, come individuo e come specie. E` come se fosse un sistema di sicurezza, sempre attivo, che ci protegge da eventuali danni, fisici o emotivi.

Quando percepiamo uno stimolo, questo all’Amigdala, che esamina tutte le precedenti esperienze emotive alla ricerca di quella più simile. Così magari identifica lo stimolo come uno stimolo di paura, di umiliazione, di minaccia. Una volta individuato il tipo di stimolo attiva i primordiali meccanismi di sopravvivenza:

Scappa o combatti!


L'anisa e i pericoli di oggi

Tuttavia, i pericoli che ci troviamo ad affrontare oggi sono molto diversi da quelli per cui l’amigdala si è voluta. Non dobbiamo più affrontare fiere feroci, ma le nostre sfide sono affrontare ogni giorno il traffico, il vicino di casa infuriato, gli esami, il troppo lavoro, e così via. Le sfide, oggi, sono più simboliche che reali.

Quindi, la capacità dell’amigdala di affrontare i problemi per la sopravvivenza non è più così utile nei conflitti che affrontiamo oggi giorno, in cui non è più in gioco la nostra sopravvivenza. Succede, quindi, che l’amigdala ci può portare a mettere in atto dei comportamenti e risposte emotive non funzionali, come scappare davanti ad un esame in preda all'ansia da prestazione.


Com'è il tuo rapporto con l'ansia?

Sebbene, quindi, l’ansia sia nata e si è sviluppata per proteggerci e salvarci dai pericoli può accadere che, come un’amica troppo invadente, inizi a prendere lei il controllo della situazione portandoti attacchi di panico, ansia generalizzata, fobie, agorafobia


Ci sono 5 segnali che indicano con una certa sicurezza che il tuo rapporto con la tua ansia si è incrinato e è ora di affrontare il problema:

  1. Intensità: l’ansia ti crea un malessere intollerabile o sintomi incontrollabili?

  2. Durata: i sintomi durano più a lungo della reale situazione che ha fatto scattare l’ansia?

  3. Intrusività: l’ansia riduce le tue abilità da compromettere il tuo lavoro o da influenzare fortemente la tua vita (es. non guidare più, non prendere l’ascensore, ricorrere a farmaci per dormire)?

  4. Cause scatenanti: Ci sono situazioni che ti fanno perdere completamente controllo a causa dell'ansia? Hai iniziato a evitare di fare cose (es. guidare in autostrada) o di andare in alcuni luoghi (es. autobus) per la troppa ansia che ne deriverebbe?

  5. Influenza sulla tua vita: Prendi ora in considerazione come l'ansia influisce in tutte le aree della tua vita, dal lavoro alle relazioni. Come sarebbe la tua vita senza ansia? Sarebbe decisamente diversa?


Fattori che determinano l’ansia patologica

Quali sono, dunque, gli elementi che determinano il passaggio da uno stato normale di ansia a uno patologico/anormale?

1. L’individuo valuta in modo erroneo le situazioni, vedendo una minaccia anche dove questa non corrisponde alla realtà osservata.

2. Quando diversi aspetti della vita ne risultano compromessi: se, ad esempio, hai difficoltà a utilizzare i mezzi pubblici per raggiungere il posto di lavoro, o provi disagio quando sei al ristorante o in un centro commerciale.

3. Quando persiste nel tempo e porta l’individuo a pensare anche a minacce di pericoli futuri senza avere prove che possano verificarsi. Pensa a tutte le volte che sei preoccupato, ad esempio, di provare nuovamente le sensazioni esperite durante l’ultimo attacco di panico o sperimenti un’intensa paura o panico, anche in assenza di reali stimoli minacciosi.

4. Quando i segnali in grado di scatenare le risposte di paura sono molto più lievi rispetto a quelli percepiti dagli individui non ansiosi.


Cosa fare?

Se la tua amica ansia si è trasformata da migliore amica a peggior amica, non ti preoccupare troppo perché i disturbi d'ansia sono facilmente risolvibili se si segue la terapia adeguata


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